La serata magica di Bologna per Italia-Spagna, vissuta in prima persona per Tifoblog sugli spalti e tra le urle di giubilo per gli azzurrini
Italia-Spagna: un’emozione unica
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ToggleUna domenica che molto difficilmente dimenticherò, non tanto per la portata dell’evento (che comunque c’è tutta), ma per il modo in cui ho avuto la fortuna di viverlo e per le emozioni che la serata bolognese di ieri mi ha regalato. Emozioni che la vittoria 3-1 dell’Italia sulla Spagna ha contribuito ad amplificare. Emozioni bellissime, perché quando gioca la Nazionale anch’io, come tutti credo, mi sento più italiano, più partecipe e più fiero di quel che sono.
Italia-Spagna: in viaggio verso Bologna
L’impazienza di partire per Bologna, distante circa 100 chilometri da casa, era tale che i preparativi sono iniziati già dopo pranzo, in larghissimo anticipo: la maglietta n. 14 di El Shaarawy indossata da mio figlio Enrico, scolaro di 5^ elementare, difensore centrale del Cesena FC under 11; la bandiera tricolore riesumata dalla scatola in cui era finita dopo il ritorno da Londra per le Olimpiadi del 2012; la stampa dei biglietti acquistati online il primo giorno della prevendita; lo zainetto pronto ad affrontare il pomeriggio ai 32 gradi previsti dalla app meteorologica.
Partenza quindi anticipata alle quattro, con l’obiettivo di riuscire anche a salire a piedi verso la Basilica di San Luca lungo lo spettacolare percorso della cronometro di apertura del recente Giro d’Italia. Insomma, un programma piuttosto ambizioso, ma decisamente alla portata anche per un vecchietto come me…
Pronti via ed ecco il primo inghippo, con l’A14 che pareva Los Angeles nelle ore di punta. “Per evitare il traffico”, appunto, tutti in macchina per il rientro dalla Riviera Romagnola subito dopo il ristorante. Pance piene, bicchieri vuoti ed ecco puntuale la miriade di piccoli e grandi incidenti che ti costringono ad uscire già a Forlì per non rientrare più: tutta la Via Emilia, dalla Romagna a Bologna, attraverso Faenza, Castelbolognese, Imola e così via. Un calvario con mille stazioni (forse non proprio mille, ma almeno un centinaio di semafori ho l’impressione di averli veramente incontrati) e dopo ben due ore e mezza, anziché la canonica ora e un quarto, ecco sullo sfondo la Basilica con il celebre porticato ed ai suoi piedi lo Stadio Dall’Ara di Bologna, lato Curva Andrea Costa, quella dei fedelissimi rossoblù.
Il ritardo è sensibile, ma un impegno è un impegno e di buona lena si sale la scala dell’Arco del Meloncello e si imbocca il portico più lungo d’Europa, per arrivare almeno alla Curva delle Orfanelle, il tratto più difficile della salita (14% di pendenza) dove molti dei partecipanti alla prima tappa del Giro d’italia 2019 hanno invocato gran parte dei santi e qualcuno, forse, anche le madonne…
Sono passati 15 anni, ma ancora mi commuovo quando percepisco intatto l’immenso amore per Marco: sull’asfalto, ogni 50 o 100 metri, c’è infatti una scritta che inneggia al Pirata. Sono decisamente più le scritte per Marco Pantani che non quelle per tutti gli altri messi insieme, segno che il popolo del ciclismo non dimentica i suoi eroi. Qualche foto ricordo lungo il percorso, una verso il panorama di Bologna “la dotta” e un’ultima per Enrico con lo stadio alle spalle perché “voglio metterla come stato di Whatsapp“, mi dice.
Così facendo, il cielo inizia ad imbrunire e dal Dall’Ara iniziano ad arrivare i primi suoni, segno che i cancelli sono stati aperti ed è iniziato l’afflusso dei 26.000 che stasera sosterranno gli Azzurrini. Sarà stata l’emozione, ma nonostante la stanchezza, affrettiamo il passo per non perderci nulla di una serata che si preannuncia frizzante.
Ed ecco lo stadio: 26.000 spettatori
Dieci minuti dopo varchiamo le porte dei Distinti Settore B. Sono sincero, non avevo cercato sulla mappa dell’impianto la posizione esatta dei posti assegnati e, con mia grande sorpresa e immensa gioia di Enrico, ci accorgiamo che siamo proprio a ridosso del campo, poche file sopra la divisione tra la tribuna e il terreno di gioco, quasi a portata di voce da chi verrà a battere una rimessa laterale o un calcio d’angolo (circostanza che in effetti ci consentirà di vedere da vicinissimo tre dei quattro gol realizzati).
La fatica più grande è stata fatta, la strada, il pellegrinaggio tra sacro e faceto, la coda per l’ingresso e la ricerca del posto: ormai non resta che godersi la serata, con annessi e connessi. Tale Rocco Hunt allieta il prepartita (non chiedetemi chi sia, io sono nato negli anni ’70, ma vedo che il giovane Manzi gradisce…), lo speaker ci mette del suo e l’attesa è ben gestita. C’è anche un particolare che vale la pena raccontare, perché come sportivi abbiamo tanti difetti, ma quando ci impegniamo anche noi italiani siamo civili, accoglienti ed “europei”: su ogni seggiolino ci sono due bandierine, una tricolore verdebiancorossa e l’altra bicolore giallorossa, Italia e Spagna, le avversarie del match.
Perché fa sempre bene ricordare che si deve essere avversari in campo ed amici fuori e non credo di essere minimamente influenzato dal fatto che adoro la Spagna, che ci vado in vacanza ogni volta che posso e che il collega Jaime Mariño, blogger di Cesena Mio è un carissimo amico.
Fatto sta che si arriva agli inni. Applaudo la Marcha Real e canto a squarciagola Fratelli d’Italia avvolto nella bandiera che tanta fortuna portò a Londra. Il tradizionale olè dopo ogni nome chiamato dallo speaker; la lettura delle formazioni e le squadre si materializzano in campo al grido di “Italia, Italia“. Ragazzi, ho la pelle d’oca, sono circondato da sconosciuti, ma siamo tutti sincronizzati e vogliamo tutti la stessa cosa. L’incredibile potere dello sport, la magia del calcio internazionale, la passione degli italiani…
Italia-Spagna: spagnoli in vantaggio
La partita inizia con una doccia fredda, che proprio non ci voleva! Il gol di Ceballos è davvero bellissimo, visto in diretta a pochi metri di distanza e poi ammirato nuovamente nello schermo gigante. I ragazzi subiscono il colpo e per una ventina di minuti spariscono dal campo, lo stadio lo percepisce e li sostiene a gran voce. Poi ecco la magia di Federico Chiesa che ristabilisce la parità: questo ragazzo è davvero un fenomeno e l’Italia è ai suoi piedi. Finisce il primo tempo con un giusto pareggio 1-1, ma Bologna vuole vincere, l’Italia vuole vincere ed al rientro degli Azzurrini in campo la bolgia è assordante per provare spingerli verso il successo.
Italia-Spagna: delirio per il gol di Chiesa
Nella ripresa l’ingresso di Patrick Cutrone al posto dello spento Moise Kean cambia gli equilibri in campo, l’Italia alza il baricentro e si procura l’occasione per sorpassare le furie rosse. E’ ancora Chiesa a buttarla dentro e questa volta viene ad esultare proprio da noi, lì sotto, a soli 5 metri da dove siamo seduti. E’ il delirio, ci arriva addosso di tutto, carta, acqua, birra, persone. Ma è lo stesso bellissimo!
Si chiudono i conti con la sentenza VAR e Pellegrini
La partita volge al termine, ma c’è ancora tempo per il terzo gol dell’Italia, segnato da Lorenzo Pellegrini su calcio di rigore concesso dopo il check al VAR, che anch’io, nel mio piccolo, ho contribuito a far assegnare, visto che tutta la curva Andrea Costa ed almeno metà della tribuna Distinti ha visto il fallo ed ha gridato in maniera furibonda all’indirizzo del direttore di gara… Potere della tecnologia e del poter, qualche volta, tornare indietro nel tempo e rimediare agli errori (fosse così anche la vita).
Dopo 5 inutili, ma comunque gustosi, minuti di recupero, l’arbitro fischia la fine della partita e l’inizio dei festeggiamenti. Tutti applaudiamo, qualcuno canta “tutti a Udine” (sede della finale), i bambini sventolano le bandierine e io guardo Enrico felice…
Grazie Azzurrini per questa serata indimenticabile !