Ad ogni grande occasione non può mancare l’abito giusto e il gran premio della MotoGP il Mugello 2019 si veste di un elegante rosso Ducati con tanto di sorpresa. Il gradino più alto del podio è stato calcato da un italiano, ma non fate l’errore di pensare al Dovi. Questa volta a togliersi non poche soddisfazioni è Danilo Petrucci che con una gara fatta di continuità e un po’ di coraggio l’ha spuntata sul compagno di squadra, terzo. In mezzo al panino il solito Marc Marquez. Out Rossi.
La coppia Ducati
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ToggleIn questa gara, più che in tante altre, credo sia giusto analizzare a coppie il rendimento dei rispettivi piloti al fine di comprenderne meglio diversità e punti di forza. Il Mugello ci ha, infatti, regalato l’appassionante duello tra due italiani che conoscono a memoria il tracciato casalingo e con lo stesso numero di cavalli sotto la sella. Quello che è apparso sin da subito evidente è stata la sete di vittoria del Petrux che dove poteva non mollare di un millimetro è stato pronto a rincarare la dose di gas, rischiando il giusto.
Dovizioso, con la forte motivazione della classifica dalla sua parte che andava a sommarsi al folto pubblico di casa ha pensato bene, tanto per cambiare, di amministrare. In molti possono ritenere severa questa considerazione, ma vi assicuro che vedere Marquez in sorpasso eterno su Dovi e Petrucci con l’umbro che tiene la posizione e cerca di uscirne più forte, mentre il romagnolo rallenta e lascia praticamente sfilare per non esasperare il contatto non mi permette di pensare ad altro.
Nel guardare la gara, forse perché mi metto nel gruppo dei complottisti, mi sono chiesta più e più volte se ci fossero accordi di scuderia, ma la risposta è presto arrivata con il podio che vale indubbiamente un plauso alla rossa di Borgo Panigale.
L’unica protezione fornita da Andrea a Petrux più che in gara è stata durante le interviste dove tra complimenti vari ha sostanzialmente dichiarato di non essersela presa se proprio il compagno ,che da lui ha imparato molto, (cit.) gli è arrivato davanti.
Rins e Mir
La coppia di mine vaganti. In qualsiasi posizione si trovino durante la gara danno sempre la sensazione di poter combinare qualcosa. Joan ha, infatti, battagliato un po’ con tutti salvo poi doversi arrendere ad un dodicesimo posto. Alex, invece, ha dimostrato di potersela giocare fino in fondo, gomito a gomito con i piloti in lotta per il titolo mondiale. Complice il quarto posto in Italia lo spagnolo si guadagna il terzo gradino della classifica iridata scavalcando Rossi. Non serve neanche dirlo, in casa Suzuki festeggiano visto che la distanza dalla vetta può essere quantificata in punti in poco più di una vittoria.
Marquez e Lorenzo
Il cabroncito è ormai ad un passo dall’essere considerato una figura mitologica. Anche se il rendimento in termini di risultati è ottimo la natura della mia affermazione è dettata dalle abilità nel gestire le criticità alla guida. Mi spiego meglio, dopo aver visto il posteriore perdere aderenza e sventolare come le numerose bandiere gialle sul prato (non me ne vogliate per l’irriverente paragone) ho pensato ad una versione riadattata del minotauro.
Perché bisogna ammettere che Marq per quanto risulti simpatico o antipatico, almeno una volta in carriera ha fatto esclamare a qualche appassionato spettatore qua e là per il mondo: “ma come cavolo ha fatto a tenerla su?”
Ecco evidentemente è l’esatto opposto per il compagno di squadra Jorge che fuggito da una rossa indomabile (sempre di moto si parla) è incappato in una giapponese che a quanto pare non sembra obbedire o perlomeno lasciarsi pino piano educare. Il tredicesimo posto ne è la prova.
Rossi e Vinales
Valentino ha gestito male il week end, ha affrontato malissimo le prove ed in gara è caduto. Sul dottore non mi dilungo oltremodo. Se e quando riuscirò ad elaborare il lutto vi proporrò un’analisi più dettagliata, ma per ora resta soltanto il rammarico per un grande assente in casa sua.
Maverick ha salvato la faccia, più che la sua quella della Yamaha che credo non sia mai stata cosi in difficoltà. Non penso che la scuderia possa imputare la colpa ai propri piloti considerata l’esperienza di uno e la reattività e voglia di emergere dell’altro. Le reali cause della crisi sono più complesse e per il momento sembrano restare ben celate anche se l’incalzare della stampa e la perdita di immagine si spera possano portare ad un chiarimento ufficiale.
Per finire… MotoGP il Mugello 2019
Se al Mugello volessimo chiuderla ai punti su 23 piloti in gara tra i 17 piazzati il conto sarebbe Spagna-Italia 7-4 con Pirro e Iannone ad accorciare le distanze. Purtroppo fuori dai giochi Bagnaia e Morbidelli.