Ajax – Juventus: il meglio deve ancora venire
Siamo andati ad Amsterdam a suonare ma, a differenza del pifferaio di Hamelin, non siamo stati suonati. Pallino del gioco in mano ai ragazzacci biancorossi ma, a conti fatti, non è che abbiamo corso questi enormi pericoli. Scszeszny ha effettuato un paio di parate complicate ma per il resto c’è stata una gran mole di gioco dei lancieri con la Juve in attesa di far male. Attenzione: nessun catenaccio, ma calma e gesso per evitare imbarcate.
La partita
Inizio interlocutorio tra le due squadre poi, pian piano, Ajax in cattedra con grandi giocate di Ziyech che ispira l’attacco degli olandesi che, però, non è mai particolarmente pericoloso. La squadra di Ten Hag esprime un gioco bellissimo fatto di intensità e tecnica sopraffina ma, forse, si piace un po’ troppo il che è dovuto, credo, alla giovanissima età degli interpreti che giocano sulle ali dell’entusiasmo ed è, effettivamente, un gran bel vedere. Sono il nostro esatto opposto: noialtri restiamo gli alfieri del pragmatismo e della solidità, pochi fronzoli e tanta sostanza il che esprime pienamente la logica del nostro mister. A proposito: quella di ieri è stata la sua partita, attesa senza fatica e attacco lento ed ossessivo per colpire nei momenti di vuoto avversario e giocarsi quasi tutto nella gara di ritorno. Per me, questo è lo stile di Allegri e non quello visto con l’Atletico nella gara di ritorno che è stata una vera e propria eccezione.
CR7 e gli altri
Gli altri hanno giocatori bravi, noi abbiamo il migliore. CR7 riesce ad essere presente anche quando è assente. Non ha giocato una gran partita anche perché veniva da un infortunio recuperato a tempo di record. Eppure è riuscito a mettere il sigillo anche ieri sera con un gran goal frutto di un inserimento pazzesco ma anche di un assist delizioso di Cancelo. L’ex Valencia è davvero croce e delizia: tecnica pazzesca ai limiti del disumano ma altrettanta immaturità che si è vista tutta nell’azione del goal avversario con una palla sanguinosa persa a centrocampo dovuta ad una giocata “spocchiosa” che puoi permetterti quando sei sul 4 a 0. Forse.
Un bentornato, invece, a Douglas Costa che tenta un paio di giocate “aliene” e colpisce un palo. Il tutto in soli 30 minuti. Segno che si vuole, si può. A buon inteditor, poche parole.
Un saluto alle vedove di Chiello
Il capitano, vero simbolo della nostra squadra è sempre necessario perché infonde tranquillità a tutti con il suo carisma ed il suo senso di sacrificio. Ma ieri, causa infortunio, è stato sostituito da un certo Rugani. Che pollo, eh? Non si riusciva a passare dalle sue parti. Utile, solido ed impassibile; se riuscirà a togliersi di dosso la timidezza, sarà davvero un problema per Bonucci mantenere il posto.
Due facce della stessa medaglia: Mario e Dybala
Io sono un grande estimatore di Marione, guerriero indomito che dà sempre tutto per la causa. Giocatore universale e di sacrificio. Ma sono tre mesi che non è più lui, è stanco, usurato e crea danni notevoli perché giochiamo praticamente in 10. Per cui, se c’è qualcosa che rimprovero ad Allegri è proprio questo suo essere testardo nel proporre i suoi giocatori anche quando non sono in forma. Non si fa gli stessi problemi quando deve tenere fuori questo e quello, com’è giusto che sia, ma sui suoi scudieri non si può proprio ragionare.
La Joya che gioia non è, invece, come fa sempre più spesso, entra in campo scocciato e svogliato, tenta la giocatina e basta. Per un giocatore del suo livello è assolutamente inconcepibile un comportamento simile. E’ vero che il Mister gli ha chiesto di cambiare ruolo ma è altrettanto vero che lui non si è mai voluto calare in questo vestito. Troppo preso da sé stesso per “abbassarsi” a fare altro. Lo sostengo già dallo scorso anno: lui, come in precedenza era accaduto a Pogba, si è montato la testa pensando di essere davvero l’erede di Messi. Ma di Leo ce n’è uno solo e Paulo non è assolutamente al suo livello.
Ritorno con ottimismo
Possiamo affrontare il ritorno del 16 con tranquillità cercando di imbastire la nostra partita. Sono loro che devono faticare per ottenere il risultato mentre noi possiamo gestire con oculatezza il goal fatto ad Amsterdam. Attenzione: non significa sedersi ed aspettare, ovvio, però possiamo impensierirli giocando la nostra partita.
Fino alla fine!