Il ritorno degli ottavi di finali di Champions League tra Juventus e Atletico di Madrid ha il sapore della sfida impossibile per i bianconeri. Sfida già indirizzata a favore dei Colchoneros nella partita di andata, con il 2-0 a favore degli spagnoli. Ma ancor più del risultato a deprimere le ambizioni dei tifosi juventini è stato l’atteggiamento in campo dei bianconeri. La Juve ha giocato una partita molle, con un gioco lento e poco propositivo. Senza grinta, senza coraggio, senza idee. Il tipico atteggiamento che in Champions League condanna ad una facile sconfitta.
Tale è stato il contraccolpo dopo la gara di andata che Allegri ha dichiarato “Rigiocassimo subito contro l’Atletico perderemmo sicuramente”. I giorni di attesa verso la sfida di ritorno hanno fatto bene alla Juve, che ha ritrovato convinzione, condizione fisica e vittorie. Quella fin troppo sofferta contro il Bologna, quella fondamentale contro il Napoli, per il morale e per la classifica, e l’ultima con una prova di forza sulla mediocre Udinese. Tre partite in cui i bianconeri hanno messo a segno 7 gol, mostrandosi in crescita rispetto alle prime partite di quest’anno. Gli juventini si sentono adesso carichi e convinti di poter ribaltare il risultato dell’andata. In un impresa che può sembrare impossibile, ma non lo è.
La coppa delle rimonte
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ToggleLa Champions League ci ha insegnato che non ci sono imprese impossibili. Rimane ancora ben impressa negli occhi l’impresa del giovane Ajax sui pluricampioni del Real Madrid. I lanceri sembravano spacciati dopo aver perso in casa per 2-1 contro i blancos. Il ritorno ci ha raccontato di una squadra che ha surclassato il campioni d’Europa in carica nella loro casa, ribaltando la qualificazione e vincendo 4-1, senza mai arretrare, neanche a risultato raggiunto. Altra impresa è stata quella del Manchester United, sconfitto con il punteggio di 0-2 in casa e capace di vincere al Parco dei Principi contro il PSG per 3-1, conquistando a sorpresa i quarti. Ahimè anche la Roma forte di un 1-2 a Oporto, si è fatta pareggiare il conto in casa dai portoghesi, cedendo ai supplementari.
Memorabile, invece, la rimonta messa a segno appena un anno fa dalla stessa Roma ai danni del Barcellona. Dopo aver perso per 4-1 in Catalogna, gli uomini di Di Francesco, ormai ex condottiero dei lupi, ha vinto 3-0 in casa spazzando via il pluridecorato Barcellona di Leo Messi. Andando ancora indietro nel tempo, nei quarti di finale dell’edizione 2015/16 il Real Madrid fu sconfitto proprio per 2-0 all’andata in casa del Wolfsburg. Al ritorno ci pensò Cristiano Ronaldo, proprio lui, con una tripletta, a firmare la rimonta dei blancos che avrebbero affrontato e vinto nella finale di Milano contro lo stesso Atletico Madrid.
La rimonta più clamorosa della storia della Champions rimane quella del Barcellona ai danni del PSG. Sconfitto per 4-3 a Parigi, il Barça rimonto in casa con un incredibile 6-1. Lo stesso Barcellona che sarebbe stato eliminato dalla Juventus al turno successivo. Juve che concluderà la propria corsa in finale contro il Real Madrid di CR7. Corsi e ricorsi storici.
Juve: rimonte riuscite e rimonte fallite
Qualche giorno fa la Juventus ha ricordato su Twitter la grande rimonta nei quarti di finale di Coppa UEFA nel 1993. La Juve sconfitta per 2-1 all’andata dal Benfica, seppe rimontare al ritorno col punteggio di 3-0. Quella Juve porterà a Torino la coppa nella doppia finale contro il Borussia Dortmund. Le rimonte più belle della Juve in Champions League sono state quelle contro il Real Madrid.
Nel 1996, la Juve di Lippi che avrebbe portato a casa la Champions League nella finale di Roma, perse 1-0 a Madrid nell’andata dei quarti di finale, al ritorno i bianconeri si imposero per 2-0 a Torino e passarono il turno. Decisivi i gol di Del Piero e Padovano. Indimenticabile la rimonta nelle semifinali del 2003. I Real Madrid dei Galacticos vinse l’andata per 2-1 a Madrid. Al ritorno Trezeguet, Del Piero e Nedved regolarono i blancos che segnarono solo nel finale con l’ex Zidane. Decisiva anche la parata di Buffon sul rigore di Figo sul 2-0. Quella Juve arriverà in finale, sconfitta dal Milan ai rigori a Manchester. Negli ottavi di finale del 2005 il Real vinse l’andata in casa per 1-0, per poi perdere il ritorno al Delle Alpi per 2-0, con il gol nei supplementari di Zalayeta.
Ancora negli occhi di tutti, invece, la rimonta fallita dello scorso anno, sempre contro il Real Madrid. I bianconeri vennero sconfitti all’andata con un secco 3-0 segnato dal famigerato gol di Cristiano in rovesciata. Al ritorno al Bernabeu la Juve sfiora l’impresa. La doppietta di Mandžukić e il gol di Matuidi fecero tremare i campioni in carica. La partita, indirizzata ai supplementari, venne cambiata dal rigore di Cristiano Ronaldo, ancora lui, 7 minuti dopo il 90′. Il Real avrebbe poi vinto la quarta Champions League in 5 anni, con la striscia interrotta solo dalla Juventus che lo estromise dalla corsa nelle semifinali dell’edizione 2014/15.
Gli impenetrabili
L’Atletico Madrid ha dimostrato di essere una squadra molto difficile da affrontare. Una squadra che fa giocare male gli avversari, dalla difesa impenetrabile, abile nella pressione alta e nelle ripartenze, ruvida negli interventi e grintosa nell’atteggiamento. Storicamente la Juve contro l’Atleti non ha un buon ruolino di marcia. Negli 8 precedenti i bianconeri si sono imposti per 4 volte, con 1 pareggio e 3 sconfitte. Le quattro vittorie sono però arrivate nella, ormai soppressa, Coppa delle Fere, tra il ’63 e il 65. In tempi recenti sono 3 gli incontri tra le due squadre, tutti in Champions League, con 2 vittorie dei colchoneri e 1 pareggio per 0-0 a Torino. La Juve soffre questo tipo di squadre fisiche. Ma i biancorossi sono anche una squadra tecnica, che sa come tenere palla e creare azioni veloci e pericolose.
L’aspetto che preoccupa maggiormente la Juve è proprio l’impenetrabilità difensiva. Sarà molto difficile ribaltare due gol di svantaggio contro una squadra con queste caratteristiche. Nella Liga l’Atletico Madrid ha la miglior difesa con soli 17 gol subiti. Tanti quanto la Juve in Serie A. I gol fatti sono molto meno, soli 39, contro i 59 della Juve. In Champions, però, la forza difensiva dell’Atletico è venuta meno, specialmente nelle prime tre partite, in cui i colchoneros hanno subito 6 gol. Soprattutto hanno subito una schiacciante sconfitta per 4-0 in casa del Borussia Dortmund. Sconfitta che avrebbe vendicato al ritorno, vincendo proprio per 2-0.
Il cilindro del Conte Max
Come spiegato in un servizio di Sky Sport, Allegri nelle scorse 4 stagioni ha sempre raggiunto, nei momenti di difficoltà, una svolta, in grado di cambiare il senso della stagione. Una svolta grazie alla quale è riuscito a cambiare l’inerzia della stagione, vincendo per quattro anni di fila Scudetto e Coppa Italia e raggiungendo per due volte la Finale di Champions League, eliminato all’ultimo minuto di gioco nelle restanti due edizioni. Il primo anno fu il passaggio dal 3-5-2 ereditato da Conte al 4-3-1-2, col trequartista “muscolare” come Vidal. Il secondo anno, dopo un inizio di campionato pessimo con 11 punti di ritardo dalla prima dopo 10 partite, tornò alla difesa a 3, tornando al 3-5-2 e rimontando fino a vincere lo Scudetto. Nella terza stagione la svolta arriva contro la Lazio, con il passaggio al 4-2-3-1 che spinge la squadra in finale contro il Real Madrid. Lo scorso anno con l’inserimento di Matuidi passa al 4-3-3 e vince il testa a testa per lo Scudetto contro il bel Napoli di Sarri.
Le possibilità della svolta
Stando a quanto visto nella partita contro l’Udinese la svolta, questa volta, potrebbe essere un ritorno alla difesa a 3. Il che significherebbe tornare al 3-5-2 con Cáceres insieme a Bonucci e Chiellini e Cancelo e Spinazzola, autore di una buonissima prova contro l’Udinese, a correre sulle fasce. Entrambi gli esterni, tecnici e veloci, si trovano bene quando hanno spazio davanti a sé. A centrocampo ci sarebbe spazio anche per Pjanić, con ai fianchi Matuidi ed Emre Can. In attacco il partner di Cristiano Ronaldo potrebbe essere Mandžukić o Dybala. Aumentando la qualità a centrocampo potrebbe inserire Bernardeschi nel ruolo di mezzala.
Rimanendo con la difesa a 3, la novità potrebbe essere un centrocampo a 4, sempre con Spinazzola e Cancelo esterni, e con Pjanić e Matuidi o Emre Can interni, lasciando spazio al tridente con Cristiano Ronaldo, Mandžukić e Bernardeschi o Dybala. Oppure rimanendo con la difesa a 4 e le 3 punte, la svolta potrebbe essere data dall’avanzamento della qualità a centrocampo, spostando Emre Can davanti alla difesa, aiutato nella costruzione da Bonucci, e schierando Pjanić e Bernardeschi mezzale. Mantenendo il trio d’attacco con Cristiano Ronaldo, Dybala e Mandžukić. Questo schieramento permetterebbe anche di passare velocemente al 4-3-1-2 o al 4-2-3-1 variando solo la posizione degli interpreti in campo. Più difficile l’impiego dal primo minuto di Kean, che potrebbe dare il suo apporto durante la gara, e di Douglas Costa, al rientro ma difficilmente con i 90 minuti nelle gambe.
Cosa si inventerà questa volta Allegri? Poco importa, basta che funzioni.
fonte immagine: www.juventus.com