Raoul Casadei: “Il calcio è un grande spettacolo, una passione che unisce”

Domenica scorsa, Raoul Casadei ha ricevuto il riconoscimento di “Romagnolo dell’Anno”: nell’occasione, abbiamo parlato anche di calcio…

Raoul Casadei è nato a Gatteo (FC) il 15 agosto 1937. Nipote di Secondo Casadei, compositore della celebre Romagna Mia, diresse l’orchestra con il leggendario maestro ed in seguito passò il testimone al figlio Mirko, il quale ancora gira per l’Italia a fare spettacolo. Abbiamo parlato con Raoul proprio a ridosso della consegna del premio Romagnolo dell’anno, attribuitogli a Cesena domenica scorsa. Il padre del liscio è un uomo affabile e vorrebbe che il calcio potesse unire le persone, soprattutto nei momenti in cui la politica invece le separa. Questo è quello che Raoul Casadei ci ha raccontato:

“Bastava un grillo per farci sognare” è il titolo del libro autobiografico di Raoul Casadei: lei cosa sogna?
Io sogno di stare bene, di poter vedere il mare tutti i giorni, di fare sport, di coltivare l’orto e ascoltare la musica. Seguo sempre da lontano mio figlio Mirko e sono felice che porti avanti questa storia, questa tradizione“.

E in ambito calcistico?



Che il calcio possa tenere unita quella gente che purtroppo non lo è nella politica e in altri aspetti della vita“.

Raoul Casadei è un appassionato? Per chi tifa?
Sono un appassionato di calcio e tifo Juventus, ma considero il Cesena la mia seconda squadra. In passato sono stato anche molto vicino al club romagnolo: andavo spesso allo stadio, avevo molti amici lì quando c’era ancora il Presidente Dino Manuzzi, una persona meravigliosa. Ora invece seguo la squadra in televisione. Il Cesena sta compiendo una rinascita e quindi, bisogna avere pazienza. Io seguo i bianconeri da lontano, ma sempre con il sogno che il Cavalluccio possa tornare in Serie A, un giorno“.

In un certo senso, la famiglia di Raoul Casadei è però sempre molto presente all’Orogel Stadium Dino Manuzzi di Cesena…
È sempre un grande orgoglio sapere che allo stadio si cantano le canzoni dei Casadei: “Romagna Capitale”, il nuovo inno di Romagna, ma anche “Romagna Mia” e “Romagna e Sangiovese”. Quando ciò accade, mi emoziono molto. Oltre alla mia amicizia personale con Dino Manuzzi, sono da sempre d’accordo con la sua utopia di allargare la squadra del Cesena fino a rappresentare tutta la Romagna, anche se alla fin dei conti è risultata una sfida  impossibile per motivi di campanilismo di città come Rimini e Ravenna“.

Quali differenze esistono tra il calcio di una volta e quello di adesso?
Una volta era più lento, più morbido, più tranquillo. Adesso invece è il più grande spettacolo del mondo, è affascinante, veloce. Io sono diventato più tifoso adesso rispetto a quando ero giovane“.

Il giocatore preferito di Raoul Casadei da quando segue il calcio?
Mi ricordo di Valerio Bacigalupo del Torino, morto nella tragedia di Superga, ma anche di Lamberto Boranga, il portiere del Cesena negli anni ’70“.

Pensa che ci sia qualche somiglianza tra l’amore per la musica e l’amore per il calcio?
E’ sempre una questione di cuore. La musica e il calcio rappresentano un concetto che viene da dentro, dalla nostra mente ma soprattutto dal nostro cuore.  A mio parere, entrambe queste passioni uniscono diverse generazioni, il bello è propio questo. Allo stadio vanno persone giovani, anziani, bambini, tutti insieme per ammirare un grande spettacolo“.


Immagine tratta dal sito spettacolomusicasport.com

Articolo in collaborazione con www.cesenamio.it e micavalluccio.blogspot.com
Intervista raccolta da Jaime Mariño (@Xayme su Twitter)