Bologna- Juventus: il 22° acuto bianconero
22 su 25. Questo è il ruolino di marcia in campionato. 22 vittorie su 25 giocate, una marcia da schiacciasassi e mai nessuno come la Juventus. Segno di una “prepotenza” tecnica mai vista fino ad oggi. Eppure c’è un “ma” grosso quanto una casa. Ieri non abbiamo minimamente meritato la vittoria contro un Bologna volitivo, a viso aperto, coraggioso che ha preso completamente la faccia del proprio tecnico.
La partita
I Rossoblu partono subito a spron battuto, segno che vogliono metterla sul piano dell’intensita visto che su quello tecnico non ci sarebbe storia. Ed i fatti sanno ragione a mr. Sinisa con i felsinei assatanati ad attaccare con pressing asfissiante i portatori di palla bianconeri e sempre pronti ad arrivare il più vicino possibile a Perin. E intanto Santander si concede anche il lusso di tentare un goal di tacco al volo che, per poco, non buca la porta juventina.
Scorie madrilene
Dalle parti di Torino, invece, è la solita storia: possesso palla ossessivo per addormentare la partita è continua incertezze difensive segno che la lezione di Madrid è ben lungi dall’essere stata recepita. Abbiamo fatto una gran fatica a tenere il punto con i giocatori in stato confusionale.
Alex Sandro, ormai perso completamente e che vuole andar via.
Bentancur, schiacciato nel vuoto del centrocampo bianconero.
Bonucci che continua imperterrito a dimostrare quanto non sia minimamente in grado di saper difendere.
Rugani incerto e timido nonostante i mezzi.
CR7, invece, credo sia rimasto davvero colpito dalla sconfitta contro L’Atletico; e si è visto in campo tra dribbling mai riusciti e palle perse come un pedatore qualsiasi.
La lezione che non passa
E chi, fra tutti, ha dimostrato di non aver minimamente capito il dramma sportivo? Massimiliano Allegri che, imperterrito, ha continuato con il solito non schema fatto di passaggetti laterali funzionali a dare la palla al nostro portiere. La calma che predica è tutta qua. Ben lontano dal furore agonistico di Conte (di cui non sono una vedova, anzi), quello che doveva darci la mentalità europea, ha dimostrato di darci un bel nulla. Perché, mentre la società spende e spande, lui non fa altro che continuare ad allenare il Cagliari (con tutto il rispetto) e, appena incassa il vantaggio, toglie subito il giocatore offensivo per far entrare un difensore. E ieri non ha fatto eccezione. Segno di una maturazione tecnica mai arrivata. Sarri è un “asino” nel senso che è cocciuto negli schemi applicati. Allegri è sempre cocciuto ma nell’applicare il nulla e il goal di Dybala è solo casuale per via di un errato disimpegno bolognese.
Ennesimo campionato
Per cui è altamente probabile che arrivi l’ottavo campionato di fila visto il vantaggio siderale sulla seconda ma questo, purtroppo, non dà l’idea della vera forza della squadra la quale fa le medesime cose sia in campo nazionale che europeo. Ma in Champions League bisogna correre e produrre gioco, almeno un minimo, per poter affrontare gli avversari. Invece pare che dalle parti di Torino, invece di giocare per vincere, si sia ancora nella fase del “basta partecipare”. Ma la pazienza dei tifosi, benché, comunque, contenti di vincere in Italia, si sta esaurendo. E faranno bene a fare le giuste valutazioni se non vorranno trovarsi con lo Stadium vuoto.