La crisi dell’Inter: cambiare allenatore per svoltare?
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ToggleLa crisi in cui l’Inter è precipitata dall’inizio dell’anno assomiglia pericolosamente sempre di più a quelle degli anni precedenti, quando la squadra e la società, nello stesso periodo invernale, avevano imboccato un lungo tunnel buio durante il quale veniva regolarmente autodistrutto quanto di buono fatto fino a quel punto della stagione.
La posizione in classifica è ancora in linea con l’obiettivo stagionale, benchè il bonus sulle inseguitrici si stia esaurendo.
Spalletti, Conte e Mourinho
Tuttavia, nonostante Spalletti (esattamente come i tanti allenatori precedenti) sia prossimo sul patibolo, la società sembra aver scelto la strada della saggia prudenza, rassicurando pubblicamente l’allenatore riconoscendogli il lavoro svolto finora.
Ma la stampa e i tifosi hanno già individuato una serie di possibili sostituti, per la prossima stagione ma perfino un traghettatore fino a giugno. Si sono fatti tanti nomi, tra i quali il più gettonato resta Antonio Conte, che con l’arrivo di Marotta all’Inter sembra davvero fin troppo scontato.
Sullo sfondo però, come alternativa nemmeno troppo fantasiosa, resta sempre viva l’ombra di Josè Mourinho.
In queste ore sta rimbalzando sui social networks di ogni genere la notizia che il tecnico portoghese sarebbe in arrivo a Milano per incontrare Beppe Marotta, in quello che sarebbe definito come un primo incontro conoscitivo, possibile preludio di un clamoroso ritorno a Milano.
La sua figura di grande personalità divide da sempre gli sportivi, pro o contro, amore o odio. Ora che si pone il giochino di un suo possibile ritorno all’Inter, spunta l’inevitabile ovvietà della minestra riscaldata.
Lo Special One può cambiare la stagione dell’Inter?
Il fatto di considerare Mourinho un allenatore vincente ma appartenente al passato dell’Inter è una considerazione estrema ma comprensibile. Oggi il tecnico di Setubal, dopo la recente cacciata dallo United, è stato etichettato come un allenatore sopravvalutato, perfino bollito.
Gli si è sempre imputato di aver vinto grazie a squadre formidabili costruite con tanti soldi, eppure la stessa considerazione dovrebbe valere per Guardiola, Ancelotti, Ferguson, Zidane, e altri. Certo la qualità del gioco offerta dal tecnico portoghese è senz’altro meno spettacolare rispetto a quella di altri allenatori, ma forse è paradossalmente proprio questo aspetto ad aver maggiormente contribuito alla creazione dell’appellativo di Special One.
Resta il fatto che Mourinho, a prescindere dal modo in cui se ne è andato dall’Inter, se dovesse tornare avrebbe a che fare con una società completamente diversa rispetto a quella in cui ha allenato, profondamente cambiata con l’avvento di una nuova proprietà e con nuove idee di calcio e business.
Mou: minestra riscaldata o soluzione vincente?
Alla luce di questa considerazione, è quindi chiaro che la vera minestra riscaldata è quella propinata da stampa e televisioni, che alimentano le discussioni tra i tifosi senza tenere in considerazione la profonda svolta societaria intrapresa dall’Inter.
Vi scrive uno che preferirebbe Simeone, ma in definitiva non ripudia l’idea di un suo ritorno, pur consapevole che forse la cosa migliore sarebbe preservare la leggenda.
Diego Stroppa