Juve-Parma 3-3. La pareggia Gervinho. Ma è un pari storico e indelebile nei tifosi gialloblu!
Juve-Parma: ebbene è successo
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ToggleSe oggi guardi o riguardi gli highlights di Juve-Parma, ancora stenti a crederlo e te lo ripeti dentro di te: ebbene è successo!
Forse non è stata una vittoria vera e propria, ma per una squadra che fino a quattro anni fa era fuori dal calcio professionistico, questo pari vale doppio anzi triplo, visto il risultato. Sintesi Juve-Parma: 3-3 all’Allianz Stadium contro l’acerrima nemica di sempre. Diciamolo di derby ce ne sono tanti, ma la Vecchia Signora in passato ha collezionato troppi sgarbi per essere dimenticata.
Gli uomini simbolo: Inglese e Gervinho
I pilastri di questa impresa sono indubbiamente Inglese e Gervinho. Vedere il primo pressare più volte Perin costretto a mettere la palla in out è stato incoraggiante. Il centravanti italiano ha lottato, corso e cercato la via del goal in ogni occasione. Senza nulla da temere davanti ai giganti della difesa juventina. Ignorando il clima surreale e prepotente dello Stadium e conservando una lucidità, vedi nel finale, impressionante. Un ragazzo che sa giostrare con la palla fra i piedi e sa servirla con i tempi giusti: un centravanti moderno insomma.
E che dire dell’altro? Un golletto così, di tacco, a farla sotto sotto a Cancelo e poi 50 metri di corsa per arrivare lì, come al solito, sotto rete, ad attendere con il piattone giusto, l’occasione propizia. Il ragazzo della Costa d’Avorio è uno straordinario complesso di sprint e fiuto del goal! E’ una miccia sempre accesa, che se arriva al massimo grado, brucia e fa bruciare tutto l’ambiente parmense. Con due così, è concesso sognare anche quello che non si può immaginare! E sia mai che entrambi un giorno li troveremo scolpiti al posto di Giuseppe Verdi.
L’incornata di Barillà, invece, è il segno di una squadra che non cede mai. Non si crede mai vinta. Sa colpire al momento giusto e a volte è un graffio, a volte una ferita profonda nell’armatura dell’avversario.
D’Aversa e i propri meriti
La luce dei riflettori, e lo dico a denti stretti, non essendone un’ammiratrice, non può mancare anche su mister D’Aversa che questa volta ha scelto i cambi giusti al momento giusto. Non solo, il Parma nella prima mezz’ora ha saputo resistere al forcing Juve. Certo tanta paura, ma la squadra era ben posizionata, ben preparata e piuttosto convinta.
A lui vanno i meriti, quando sul 2-0 o 3-1 ha saputo infondere fiducia nei suoi e sopratutto è stato capace di intuire che Siligardi allargando il gioco e ampliando la profondità avrebbe potuto mettere in difficoltà la Juve. Infatti è andata proprio così. Quando si dice bravo e fortunato!
Juve-Parma: VAR, cartellini e arbitro
Durante la partita anche Giacomelli ci ha messo del suo per animare la situazione, inizialmente con un inspiegabile giallo a Scozzarella e successivamente con la chiamata di un rigore al 44° per fallo di Iacoponi su Caceres. Fortunatamente l’arbitro, con l’ausilio del var ,decide di tornare sui propri passi accorgendosi che è il neo riacquisto bianconero a trascinare il nostro difensore.
Qualche nota storta…
C’è sempre qualche nota storta in ogni partita. Anche quando vinci 3-0, il tifoso insaziabile trova il difetto alla propria squadra. Ieri sera, ad esempio, s’è visto un Biabiany che pressava male e a vuoto. Avulso dal gioco e inesistente.
Oppure, vogliamo parlare di Iacoponi. Il centrale o terzino-difensore aveva davanti la creme della creme e ha anche retto bene. Qualche volta spazzando; ogni tanto usando il corpo; ogni tanto alla bella e buona. Però, caro mio, sul terzo goal di Ronaldo (è vero che quello prende l’ascensore e sale almeno di due metri), però almeno provaci!
Il solito Parma generoso
Vorrei spendere due parole sul cuore di questa squadra. In primis perché non può fare a meno di regalare generosamente il primo goal stagionale a chi non segna mai (Rugani o Fares ? ). A sopperire a qualche distrazione e momento di scoramento c’è stato Khedira che con qualche imprecisione e due pali colpiti ha contribuito alla nostra causa.
Ma la generosità è anche nel vedere dei ragazzi che arrivano dalla B, dalla Pro e dalla D correre a spron battuto, restare in riga e non arrendersi mai nella tana del Lupo per eccellenza! Queste sono soddisfazioni. Questo non è solo un punto, è un’impresa epica, anzi storica, anzi secolare.
Per concludere da un orecchio entrano e dall’altro escono, le parole di Cristiano che a fine gara riconduce le cause di un ridotto bottino in termini di punti ad un calcio bizzarro. All’ex del Real dico che il calcio non è solo tecnica, è cuore e il punto noi lo abbiamo po’ meritato.
A cura di Tatiana Salsi