TimCup. Non possiamo perdere questa ghiotta occasione.
Tra poche ore affronteremo la Lazio. Partita secca. Da dentro o fuori, per continuare a coltivare il “sogno” Coppa Italia. Chi vince andrà in semifinale, dove c’è già il Milan ad aspettare una delle due formazioni.
Chi perde dirà addio ad un obiettivo che con l’eliminazione di Napoli e Juventus ha perso delle sicure protagoniste.
Tra poche ore torneremo in campo. Dopo la sconfitta in trasferta di Torino di pochi giorni fa, dopo le tante chiacchiere di mercato girate intorno al nostro ambiente.
Tra poche ore servirà trovare la giusta concentrazione. La serenità. La voglia di “stupire” e cancellare tutte le critiche e le cattiverie scritte e sentite in queste settimane.
Sono stati giorni pesanti. Siamo stati vigili, attenti al mercato, soprattutto in uscita. A quelle che erano le sue normali evoluzioni. Aspettavamo la partenza di qualcuno dei nostri.
Non solo Perisic, ma anche altri giocatori, magari più insospettabili.
Abbiamo dovuto fare i conti con la poca voglia di continuare in nerazzurro di Vecino, Gagliardini, Miranda, Candreva e chi più ne ha più ne metta.
La stampa ha dipinto lo spogliatoio nerazzurro come una polveriera. Una situazione da bollino rosso. Difficile da affrontare. E mentre il mal di pancia di questi calciatori covava, la rabbia di noi tifosi aumentava a dismisura.
“Via tutti”. “Via chi non è degno di questa maglia” e tanti, ma taaaaanti altri commenti più o meno enunciabili.
Un muro contro muro tra “noi” e “loro”. Una sfida ad armi impari, in cui a rimetterci è quasi sempre la società e con essa il tifoso.
Tra poche ore sarà necessario che certa gente metta da parte ogni tipo di egoismo e che pensi solo a fare ciò per cui puntualmente viene lautamente retribuita: il professionista!
Tra poche ore servirà solo una cosa: rivedere una squadra coesa in campo.
Una squadra che sappia dimostrare di essere unita, il gruppo che abbiamo visto più e più volte in campo. Servirà remare tutti nella stessa direzione, per cercare di conquistare una semifinale, un derby con vista finale di Coppa Italia.
La dirigenza è stata chiara. Anche il futuro si Spalletti è stato delineato. “Bisogna andare più avanti possibile nelle competizioni in cui siamo presenti. Bisogna onorare le coppe in cui giochiamo”. Provare a vincerle, magari.
Tra poche ore avremo un’occasione ghiotta. Ghiottissima.
Di fronte non una squadra facile da battere, ma una Lazio che ha dimostrato di essere in salute contro i primi della classe domenica sera. Una Lazio che avrebbe meritato molto di più in campionato, che ha dominato gli avversari, ma che alla fine ha dovuto lasciare i tre punti ai gobbi.
Di certo troveremo di fronte un avversario che avrà più di un motivo per sputare sangue sul terreno di gioco, che cercherà di vendicarsi per lo “scippo della Champions” all’ultima giornata. Una squadra che ha ancora il dente avvelenato e che bisognerà prendere con le pinze. Quindi servirà un’Inter ben diversa da quella vista in campo con Sassuolo e soprattutto Torino. Servirà l’Inter.
RITORNO AL PASSATO – Per un attimo vorrei resettare il cervello. Dimenticare tutto quello che è stato detto e fatto in queste ultime settimane, ripartire da questo quarto di Coppa Italia e potermi godere una sfida piacevole, in cui la mia squadra del cuore abbia la voglia e la determinazione di portare a casa il risultato.
Auspico una sorta di “ritorno al passato”, a quell’Inter che sembrava una vera squadra, la bella copia di quella grigia e sfilacciata apparsa sui terreni di gioco ultimamente.
A me non importa un bel niente delle diatribe interne e delle gelosie che possano nascere tra calciatore e calciatore. Né a me, né a nessun altro tifoso nerazzurro.
Per noi ciò che conta è il rendimento all’interno del rettangolo di gioco, il senso di appartenenza, la voglia di lottare e raggiungere insieme determinati obiettivi.
A noi interessa l’Inter, la sua storia, la sua tradizione.
A noi interessano quei colori, non chi li indossa. A noi interessa tornare la società che siamo stati.
A NOI INTERESSA TORNARE GRANDI – Da sempre ci siamo lamentati che in società mancassero uomini di polso, adesso li abbiamo. Finalmente. A noi interessa tornare grandi e siamo sulla strada giusta per farlo, almeno fuori dal campo.
Basti pensare a come avremmo trattato la grana Perisic anni addietro. Tutto in maniera superficiale! Magari lo avremmo svenduto, così come già fatto in passato. Oggi no!
Oggi la musica è cambiata. Il vento soffia forte verso altre direzioni.
Per anni abbiamo dovuto “elemosinare” giocatori per via del FPF. Nessuno ci ha mai fatto sconti o regali. Nessuno. Quindi perché dovremmo iniziare noi a farli agli altri?
Nessuno ha trattenuto Perisic, anzi… sia Marotta che Ausilio, e successivamente Spalletti, hanno dato la possibilità al calciatore di andare via, ma ad una condizione: che ci fosse un’offerta congrua al suo valore e che potesse beneficiarne l’Inter. Cosa è arrivato in sede? Un bel niente, quindi a certe condizioni non si tratta. A certe condizioni il calciatore resta lì dov’è.
Non sarà facile ricucire lo strappo col giocatore.
Spalletti non è e non sarà in una posizione comoda, lo sappiamo, ma non lo è mai stato. Dovrà valutare con molta, moltissima calma il da farsi.
Toccherà a lui, nuovamente, provare a riportare Ivan sul pianeta Inter, come fatto con Joao Mario nel corso di questa stagione.
Toccherà al nostro tecnico lavorare sulla testa dei suoi calciatori, nella speranza che nella sua di testa sia rimasto ancora un po’ di nerazzurro, perché anche su di lui qualche nube si sta addensando. È motivato al punto giusto? Ha la fiducia dell’ambiente? Pare di sì, quindi non ci resta che sperare che non si lasci “abbattere” dal momento e dalle tante voci che circolano in questo momento sul possibile futuro allenatore nerazzurro. Lui resta saldo alla sua panchina, ma tutto dipende anche da lui.
Bisognerà saper resettare tutto quanto. Ripartire da zero e scendere in campo con la fame e la voglia di dimostrare che tutti sbagliano, compresi noi tifosi.
L’Inter è chiamata all’ennesima piccola “impresa”. Ritrovare sé stessa. Ritrovare i suoi uomini più importanti. Ritrovare la vittoria.
Il nostro amore sarà sempre incondizionato… per la maglia e per i colori.
Chiunque non abbia più voglia di investire il proprio tempo e le proprie energie in questo progetto che lo dica apertamente, che si chiami fuori… in campo vogliamo solo gente motivata. Gente che metta l’amore per questa maglia, per questi colori, per questa società prima di tutto.
Non servono più le solite parole di circostanza. Da questa sera in poi servono i fatti. Solo e soltanto quelli.
Smettetela di frignare e tornate a fare decentemente quello per cui siete profumatamente pagati, ovvero giocare a calcio. Chi vorrà rimanere a guardare, che rinunci al suo stipendio e si accomodi all’uscita. Grazie.