Se il pareggio dibattuto dell’Inter a Roma con i giallorossi di Di Francesco ha lasciato un retrogusto amaro tra i tifosi, occorre in ogni caso riflettere su una considerazione alla base degli obiettivi stagionali dei nerazzurri : dopo sette anni di purgatorio senza partecipazione alla Champions, quella in corso va considerata come un’annata di consolidamento, durante la quale i limiti della squadra emergono più nitidamente man mano che si sviluppa la stagione e pertanto sono facilmente identificabili per essere migliorati nella stagione successiva.
Dispiace constatare come l’offuscamento di Perisic continui a caratterizzare in negativo il rendimento del croato, ad oggi va anche considerato che spesso l’Inter risulta priva della necessaria concretezza di squadra e di quel piglio aggressivo indispensabile per portare a casa partite equilibrate, come l’ultima con la Roma.
I giallorossi, va ricordato, erano privi di mezza squadra titolare, e benché animati da grande orgoglio, potevano essere tranquillamente battuti.
E’ un indice significativo di quanto l’Inter resti una buona squadra, ma non ancora abbastanza forte da poter imporsi con autorevolezza anche in questo tipo di partite, denunciando i soliti limiti già visti con le squadre più attrezzate incontrate finora.
La gara di Roma ci consegna anche altri due ulteriori spunti importanti sui quali riflettere : l’episodio del mancato rigore per i giallorossi, che ha scatenato un fuoco incrociato delle televisioni e della stampa e il rammarico per aver ceduto il giovane talento Zaniolo.
Se per il primo va rigettato il concetto che è passato sull’Inter come squadra aiutata dagli arbitri (si veda ad esempio il mancato rigore per l’Inter con il Parma a San Siro), per il secondo va fatta una seria autocritica societaria e occorre chiedersi come si è potuto lasciar andare uno dei migliori giovani nel panorama del calcio italiano, visto che l diciannovenne giallorosso giocava nella primavera dell’Inter fino a qualche mese fa.
Domani sera l’Inter è attesa allo Juventus Stadium a Torino, urge recuperare energie fresche fisiche e nervose. Occorrerà ben altra personalità di squadra, maggiore coraggio e convinzione, viceversa uscire da lì con almeno un punto sarà un’impresa proibitiva.
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