A Parma ha fatto tappa la mostra itinerante della Nazionale per i suoi 120 anni di vita
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ToggleIl calcio è e deve essere gioia ed emozione per tutti. Soprattutto per i più piccini.
Negli anni abbiamo visto come, invece, la parabola emozionale del gioco più bello del mondo a livello di Nazionale nel nostro Paese abbia subito una leggera flessione.
Eppure basterebbe veramente poco per riaccendere quella fiammella e riportare il calcio nella sua più naturale sfera di appartenenza.
Noi italiani siamo stati soprannominati “Popolo di santi, poeti, artisti e navigatori”.
Possiamo vantare “parentele” illustri, possiamo affermare di aver dato natali ai personaggi più importanti della Storia, quella con la -s maiuscola. Tutto vero, ma siamo anche un Popolo di “allenatori”, di “amanti del calcio”.
Possiamo anche essere divisi su tutto e scannarci di settimana in settimana, perché tifosi di squadre diverse, ma su una cosa siamo tutti (o quasi) uniti: l’Amore per la Nazionale di calcio.
Per l’azzurro di quella maglia.
Non c’è che dire. Noi viviamo di calcio. È sempre lì, presente a riempire tutti i nostri momenti. Parliamo di calcio con gli amici, con i colleghi di lavoro… parliamo di calcio con chiunque. La nostra appartenenza si fonda su un oggetto di forma sferica: la palla, appunto.
Quello per la Nazionale è un amore un po’ controverso
Spesso ci siamo sentiti feriti, profondamente feriti dalla nostra “amata” da esclamare che sarebbe stata “l’ultima volta”, ma si sa… non c’è mai un “ultima volta”. Ci ricaschiamo sempre e continueremo a farlo.
Il nostro Amore per Lei va oltre ogni delusione e l’ultima è stata veramente cocente. Il non essere stati lì a giocarci i Mondiali in Russia. Quella eliminazione (quasi) inaspettata è stata una mazzata da cui non è facile riprendersi.
La nostra Amata ci ha tolto la gioia di godere di uno spettacolo che aspettavamo da quattro anni e che si ripete ogni quattro anni. Siamo stati sempre protagonisti. Sempre. Nel bene o nel male, ma questa volta eravamo lontano dai campi di gioco. A casa. Tristemente a casa.
Una delusione profonda che, però, non ha incrinato il nostro amore verso l’azzurro.
Noi tristemente delusi, ma ancora con tanta speranza e fiducia guardando al futuro.
Sarà difficile, lo sappiamo, ma ogni strada ha il suo percorso impervio. Oggi stiamo ripartendo da zero. Un nuovo tecnico, Roberto Mancini. Tanti innesti di qualità.
La strada è segnata. Le difficoltà ci sono e ci saranno sempre, ma l’amore per l’azzurro non svanirà mai.
E come può svanire nel rivedere esposte le maglie che hanno fatto la storia della nostra Nazionale e vari cimeli di alcuni dei grandi nomi che hanno indossato la maglia azzurra.
In occasione dei suoi 120 anni la Federazione ha organizzato una mostra itinerante che volta per volta sta toccando diverse città.
Fino a pochi giorni fa è stato il turno di Parma
Entrare all’interno dell’APE Parma Museo è stato un po’ come tuffarsi a capofitto in una vasca d’acqua. Immergersi in un mondo che hai sempre idealizzato e che, in un attimo, ti si presenta lì. Davanti ai tuoi occhi.
Ed ecco le prime maglie della Nazionale. Per chi non lo sapesse la primissima partita fu giocata in maglia bianca. Era il 15 maggio 1910 e all’Arena di Milano un’Italia all’esordio batté i cugini d’Oltralpe per 6-2. L’ho scoperto anche io una volta lì dentro!
L’azzurro farà la sua comparsa soltanto un anno dopo (1911) e accompagnerà i calciatori fino ai giorni nostri. La scelta? Forse non tutti lo sanno. Un omaggio a casa Savoia.
Gli anni ’30 sono i più importanti per la nostra Federazione
In un solo decennio, dal 1930 al 1940 la Nazionale riesce ad ottenere vittorie su vittorie in Europa e nel Mondo, regalandosi pure un oro Olimpico a Berlino (1936) e lì tra le maglie con impresso il fascio-littorio ecco esposta anche la Coppa Rimet, la nonna dell’attuale Coppa del Mondo vinta nel 1934 e nel 1938. Un sogno.
Pochissimi metri quadrati. Ma tanti, tanti ricordi.
Il proiettore manda in sequenza immagini dei vari protagonisti in magli azzurra, coloro che hanno scritto la storia del nostro movimento calcistico.
Più avanti in bella mostra le scarpe di Silvio Piola, sì, proprio quello delle figurine Panini. Altri tempi. Altra dimensione se paragonate agli scarpini di oggi. Ma Piola è anche il terzo marcatore di sempre nella storia della nostra Nazionale: 30 reti in sole 34 partite. Magia.
Tra le maglie esposte troviamo anche quella di Giacinto Facchetti usata in occasione dell’Europeo vinto nel 1968, con dietro il numero 10.
La maglia di Maldini delle nostre “Notti Magiche”. Italia ’90. Eliminati ad un passo dal sogno dall’Argentina di Maradona e Caniggia. Quello fu il Mondiale della coppia Baggio-Schillaci, con quest’ultimo che si laureò capocannoniere della manifestazione.
Altra maglia è quella di Franco Baresi di Usa ’94. Finale amara per i nostri ragazzi, eliminati ai rigori dal Brasile. Proprio l’ex Milan sbagliò un rigore insieme a Roby Baggio.
C’è spazio anche per l’Under 21 di Cesare Maldini e l’ultimo trofeo conquistato dagli azzurrini e per le ultime due Coppe del Mondo: 1982 e 2006. Oltre ai due trofei è possibile apprezzare anche le maglie indossate da Paolo Rossi e Fabio Cannavaro.
Un percorso pieno di storia, fascino e magia che accompagnerà ogni tifoso e amante del calcio, nella storia della Nazionale. Un modo per ricordare o far scoprire ai più piccoli i momenti più importanti della nostra Federazione.
Basta cliccare qui per vedere le prossime tappe della mostra itinerante.
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